Franco Pinna era nato nel 1925 a La Maddalena cooperativa Fotografi Associati assieme a De Martiis, Garrubba, Sansone e Voltalena, e a 10 anni si era trasferito con la famiglia a Roma.
Dopo l’esperienza nella Resistenza e una serie di esperienze nei cinedocumentari, nel 1952 fondò insieme ai colleghi De Martiis, Garrubba, Sansone e Volta la cooperativa Fotografi Associati, che collaborerà con tutte le più importanti riviste nazionali e internazionali.
Le sue fotografie erano capaci di raccontare il mondo che sceglieva di guardare.
Le sue potenti immagini in bianco e nero ci fanno ancora oggi vedere mondi lontani come la Lucania, i quartieri più poveri di Roma – come il Mandrione.
E poi la sua Sardegna, che sapeva cercare nei suoi momenti più significativi, negli attimi che raccontavano una storia di secoli, ma testimoniavano anche l’arrivo dei tempi nuovi.
Il MAN di Nuoro gli dedica, a 100 anni dalla sua nascita, la mostra «Franco Pinna. Sardegna a colori. Fotografie recuperate 1953-67».
Ideata dall’ Archivio intitolato all’ artista e curata da Paolo Pisanelli con il suo laboratorio Officine Visioni, la mostra è un percorso tra ottanta stampe a colori e altro materiale d’archivio.
Uno sguardo nuovo sul materiale meno noto di Pinna, che dal 1964 è stato anche il fotografo di scena preferito da Federico Fellini, che di lui disse: «Franco Pinna? Una calma da cow-boy in un film di Sergio Leone. Un quarto d’ora per guardare l’avversario, un quarto d’ora per tirare fuori la pistola. Una lentezza da subacqueo, da astronauta, nel bel mezzo del frastuono della troupe».
Ha scritto Pisanelli sul sito del MAN: “La mostra prende avvio da Orgosolo 1953, prima campagna fotografica a colori realizzata da Pinna in Sardegna. Per poi attraversare le tappe più significative della sua produzione isolana: Canne al vento (1958), Argia a Tonara (1960) immagini per il celebre volume Sardegna ‘Una civiltà di pietra’ (1961), fino alle cronache sul banditismo e le proteste dei pastori del 1967.
Le sequenze illustrano l’evoluzione di un linguaggio che trova nel colore una dimensione autonoma e poetica, capace di cogliere la materia viva di una realtà arcaica e modernissima insieme.
«Sardegna a colori – scrive Pisanelli – restituisce la forza e l’amore del suo sguardo per l’Isola dove è nato. Franco è incantato dalla bellezza dei luoghi e dei paesaggi e subisce la magia delle facce scolpite, delle pietre antiche, dei rituali, dei culti e delle feste… I colori esplodono negli abiti e nelle bardature dei cavalli come se la luce li dipingesse sulle sue pellicole diapositive, ma è una festa quasi irreale per chi è abituato alle sensazioni astratte del bianco e nero».
Reporter tra i più noti del suo tempo e autore di oltre 300 mila scatti, Pinna – che morì a Roma nel 1978 a soli 52 anni – è stato una figura centrale del Neorealismo fotografico italiano”.

Una immagine di Franco Pinna in bianco e nero – Gruppo di uomini e donne a cavallo, Lula, Nuoro, Sardegna, 1961
























